Io ti prendo come mia sposa

 

In occasione della festa di San Valentino, 14 febbraio 2012, la Biblioteca di Stato dedica una vetrina al genere letterario dei Nuptialia , ovvero libretti per nozze.
La tradizione di scrivere per nozze risale a tempi molto lontani. Vero e proprio genere letterario, raffinato, durante i secoli ha subìto non poche trasformazioni: dopo i versi classici greci e latini offre quelli più stucchevoli dell’Arcadia, raggiunge la massima evoluzione nell’800 e scompare quasi totalmente nel Novecento.
Il primo vero autore latino di canti nuziali è Catullo che affronta il tema del matrimonio nei Carmina Docta.
Il primo Epitalamio a stampa risale al 1484 ed è un’opera che Francesco Negri (1452-1523) compose per il matrimonio di Sigismondo d’Asburgo e Caterina di Sassonia. Ma per trovare una produzione più consistente di pubblicazioni per nozze, in ogni forma letteraria, in poesia o prosa, bisogna giungere al XVIII secolo. Gli autori erano letterati famosi o persone sconosciute che utilizzavano la lingua italiana ma anche i dialetti regionali. Brevissime composizioni, sonetti, si alternano a voluminose raccolte di rime di autori diversi. La più ricca è una raccolta di componimenti di ben 232 autori che Carlo Innocenzo Frugoni (1692-1768), poeta arcade, realizzò nel 1728 per le nozze di Antonio Farnese ed Enrichetta d’Este.
L’uso di offrire in occasione delle nozze un testo scritto non investì solo le singole persone, ma anche Accademie letterarie di fama internazionale e di dimensioni più locali. Accanto alla scelta letteraria dilagante nell’Ottocento, furono utilizzate anche altre pubblicazioni erudite, di argomento lontanissimo dal tema nuziale: documenti storici, descrizioni di manoscritti, ricerche filologiche, illustrazioni di monumenti locali, di oggetti preziosi di musei, ecc.
Nel primo Novecento poi si spaziò dal saggio di alto pregio alla pagina di diario, dalla lettera a poemetti e brevi testi teatrali.
Sul genere così si esprime Augusto Campana nell’Opuscolo per nozze Tina Franchini – Alfredo Beltrami,1928:
Esse furono delizia di un’età tramontata, da quando eran sonetti e canzoni e rime che si distendevano nel giro di un breve foglio o di un adorno libretto a quando nozze e sposi furono occasione…al contributo grave di dottrina, al documento inedito, alla curiosità storica. Vanità in gran parte. E per ciò fu facile dirne male.
Da allora ad oggi il genere è andato via via scomparendo per divenire sconosciuto, curiosità storica appunto, o vanità.
Un notevole numero di pubblicazioni di questo genere è posseduto dalla Biblioteca di Stato e Beni Librari di San Marino che le conserva nelle collezioni di Bibliografia e Stampe: si tratta di nuptialia di autori sammarinesi o dedicati a sposi, cittadini della Repubblica.
Pubblicazioni che, conservate dall’Istituto, saranno esposte al pubblico dal 14 al 30 Marzo, con l’intento che oggetti di dono nuziale si trasformino in un dono alla cultura, con lo scopo di mantenere alto un valore che va oltre l’occasione da cui trae l’origine